24 giugno 2009
La placenta meglio del cordone ombelicale come fonte di cellule staminali
Secondo la rivista Experimental Biology and Medicine, questa riserva di cellule sarebbe ancora piu' ricca di quella del cordone e potrebbe essere usata per curare malattie del sangue come anemie, talessemie e altre patologie che finora trovano una possibilita' di cura solo col trapianto di midollo o col cordone ombelicale, anche se servono piu' donatori e disporre di una nuova fonte di staminali sarebbe risolutivo.
Fonte: Aduc Salute, 23 giugno 2009
http://www.aduc.it/dyn/eutanasia/noti.php?id=263705
4 maggio 2009
Un corso per futuri padri ? Lo trovi al Sant'Anna di Torino
Fonte: La Repubblica Torino, 4 maggio 2009
9 aprile 2009
La burocrazia non aiuta le future mamme nel Lazio
Altro problema: oltre al certificato di attestazione dello stato di gravidanza, rilasciato dalla Asl di appartenenza che va presentato all'Inps, si scopre che è necessaria un'ulteriore certificazione dello stato interessante da parte del proprio ginecologo di cui nessuno informa preventivamente la paziente, nè gli operatori al telefono quando si prenota la visita, nè il ginecologo, nè il medico di base. Si arriva, dunque, al giorno della visita senza i documenti necessari per l'adempimento della pratica. "Queste carenze del sistema - continua l'associazione - fanno perdere tempo, giorni lavorativi e soldi alle donne in gravidanza, che devono far fronte a tutta una serie di imprevisti indipendenti da loro. Inoltre, tutte le prestazioni sono a carico della donna in stato interessante, almeno che non abbia il codice M50, previsto per le gravidanze a rischio''.
L'ultima problematica riguarda la facoltà di decidere di donare il cordone ombelicale, importantissimo per il contenuto di cellule staminali preziose per la ricerca sul cancro. Al momento del parto molte donne scoprono che la struttura non è predisposta per ricevere questo tipo di donazione. In una città come Roma solo in 2 o 3 strutture si può effettuare questa donazione.
15 marzo 2009
Cellule staminali: il futuro della ricerca

Un nuovo traguardo raggiunto dall'Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto: è stato effettuato il primo prelievo di sangue funicolare, contenente cellule staminali, dal cordone ombelicale di un bambino appena nato. Le cellule staminali sono cellule primitive dotate della singolare capacità di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo. Molti ricercatori sostengono che esse potranno potenzialmente rivoluzionare la medicina, permettendo ai medici di riparare specifici tessuti o di riprodurre organi.
"Questo tipo di intervento - spiega la dott.ssa Lupi, direttrice dell'unità pediatrica di medicina trasfusionale - veniva già fatto in passato ma in maniera privata. Le famiglie chiedevano che venissero prelevate le cellule staminali pagando l'ente privato. Ora è possibile farlo gratuitamente seguendo, però, un iter di verifica molto rigido".
In Italia esistono 18 banche del sangue, ma non ben distribuite nelle regioni. Secondo i dati forniti dall'ADISCO (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale), sono 23.000 i cordoni ombelicali consegnati fino ad oggi, e i dati confermano che il 20% delle cellule staminali è reperita tramite cordone ombelicale, mentre il restante 80% mediante midollo spinale.
Il prelievo del cordone è un intervento molto meno invasivo, garantisce più sicurezza nel prelievo ed è meno a rischio di malattie. Inoltre, in un intervento di urgenza, la reperibilità di cellule staminali di cordone ombelicale è immediata grazie alle Banche dati, quella di midollo no.
La conservazione per uso "personale", o più precisamente per uso intrafamiliare (donazione dedicata), è consentita solo nel caso in cui, al momento del parto, siano presenti nel neonato, nella parentela o nei genitori del neonato stesso, delle patologie che abbiano l'indicazione del trapianto con cellule staminali da sangue placentare. Un esempio: se un figlio nasce con una patologia e la madre dopo qualche anno da alla luce un altro bambino che al contrario è sano, la madre può effettuare questo tipo di richiesta per salvare il bambino più grande, o viceversa, alla nascita del primo figlio, nell'eventualità che in famiglia ci siano patologie genetiche, può preservare le cellule staminali se il bambino è completamente sano.
Fonte: ilQuotidiano.it, 13 marzo 2009