Partorire
e' faticoso e ci vuole tanta energia per farlo. Ma veramente? Ci
voleva uno studio americano per dirci che una donna in travaglio non
può stare a digiuno. Le ostetriche che assistono i parti in casa lo
dicono da sempre, come io stessa sostenevo otto anni fa nel mio libro
"Partorire senza paura" (e due anni dopo ne "Il Parto
in Casa").
Passano
gli anni, le evidenze scientifiche si moltiplicano, gli articoli e i
libri si sprecano, ma quando si parla di nascita, il buon senso
sembra essere ancora assente in sala parto. Ci si sveglia solo quando
arriva l'ennesimo studio americano, perché ovviamente la voce di chi
assiste le donne da sempre, cioè le ostetriche, non è ancora
attendibile, affidabile. E' ancora considerata un pò rudimentale,
poco scientifica....
Allora,
in questo studio
dell'American
Society of Anesthesiologists, si paragona il travaglio di parto a
una maratona, nel senso che - viene spiegato - una donna che sta
partorendo ha bisogno della stessa energia e delle stesse calorie di
una maratoneta. Una vera sorpresa, vero? Chi ha partorito, come me,
lo sapeva anche prima di leggere questo studio. Ma perché alle
partorienti è imposto il digiuno? (non sempre per fortuna): per
ridurre il rischio di aspirazione polmonare in caso di anestestia
generale necessaria per un parto cesareo d'emergenza. Da un paio di
decenni però il ricorso all'aspirazione è crollato in conseguenza
per via del crescente ricorso all'analgesia spinale, quindi i medici
si sentono di dire che un "pasto leggero" è permesso.
Le
ostetriche che assistono i parti in casa, una modalità che
ovviamente non prevede anestesie e interventi chirurgici, fanno
sempre scegliere alla donna se mangiare oppure no. L'impegno di far
nascere un bimbo/a è davvero immenso e può durare ore/giorni, non
si può pretendere che la futura mamma muoia di fame. Quello dell'ASA
non è certamente l'unico studio che dimostra l'inutilità, se non il
danno, di questa procedura standardizzata. Ne cito uno a caso: nel
2009 sul British Medical Journal uscì una ricerca effettuata in un
ospedale universitario londinese, che dimostrava gli stessi principi
(leggi
qui).
Speriamo
che piano piano qualcosa cambi.
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