14 novembre 2009

Intervista esclusiva a Elisa, neo mamma felice




                   Il Castello di Disio, dove ho incontrato Elisa

Dopo averla vista varie volte sul palco trascinare con la sua energia migliaia di fan scatenati, è strano trovarla ora lì, seduta di fronte a me, mentre allatta amorevolmente la sua bimba, Emma Cecile, nata il 22 ottobre scorso. E’ un’immagine quasi magica. Elisa e la piccola sono avvolte dal silenzio, in penombra, sotto lo sguardo tenero e attento di Andrea, il papà, che con lei ha condiviso anni di vita artistica e di successi.


Siamo in una grande camera da letto del Castello di Disio, luogo antico e magico della sua infanzia e adolescenza, a pochi chilometri dalla sua città natale, Monfalcone. E’ un momento di intimità, sacro e potente, al quale Elisa mi ha permesso di partecipare dopo un’affollata conferenza stampa per presentare il suo ultimo album, Heart. Un lavoro nato dal ‘cuore’, dall’istinto, dall’esigenza di abbattere le barriere della razionalità e far fluire senza controllo sensazioni ed emozioni antiche e nuove. La gravidanza ha giocato ovviamente un ruolo fondamentale in questo nuovo percorso, culminato nella nascita della piccola Emma.


Un incontro (cominciato con un’ora di ritardo: “sta allattando la bambina”, ci dice Stefania, la sua fidata assistente) che si è subito trasformato in una festa, in una celebrazione partecipata e affettuosa del lieto evento da parte di tutti i giornalisti presenti. Intorno alla tavola imbandita, curata nei minimi particolari (“sembra un pranzo di nozze!” , diciamo in coro), abbiamo alzato i calici e festeggiato l’artista, e la mamma. Soffermandoci a lungo sul racconto del parto e dei momenti di difficoltà e di gioia immensa vissuti da Elisa, stanca ma radiosa per aver raggiunto un traguardo così prezioso ed importante. Racconta che avrebbe voluto partorire in casa ma, dopo 41 ore di travaglio è dovuta andare in ospedale, dove ha dato alla luce la sua bimba, naturalmente.


Le domande e i toni dell’incontro hanno poco a che fare con le modalità tipiche delle conferenze stampa: le prime domande sull’album arrivano infatti solo dopo una buona mezz’ora. Molti di noi conoscono Elisa da anni e ritrovarla ora in questa nuova veste, al culmine della felicità, reduce da una poppata, in questo fantastico Castello a picco sul mare, come protetta e abbracciata dalla sua terra d’origine, fa slittare le domande sul nuovo lavoro (di cui Elisa e Andrea Rigonat sono co-produttori), che l’ha vista impegnata fino a pochi giorni prima del parto, e che presenterà dal vivo nei palazzetti di tutta Italia in primavera. “Ma prima devo trovare una tata”, dice, “Ora siamo Andrea ed io ad occuparci di Emma. Non vogliamo avere estranei in casa, soprattutto di notte".


Poco prima della fine dell’incontro, arriva lei, la più attesa: Emma. Andrea la tiene in braccio sorridendo, con orgoglio, tra i sorrisi e gli applausi dei presenti. Ha fame e vuole la sua mamma. Lei, con grande cura e attenzione, la prende tra le braccia e controlla che tutto vada bene. Poi si alza e , scusandosi ci saluta e si allontana per un’altra poppata.


Come è nata l’idea di partorire in casa?
Abbiamo cercato informazioni e abbiamo visto che all’estero esistono diversi ‘Birth center’. Ma in Italia, e soprattutto qui in Friuli, non ho trovato nulla. Volevo creare un ambiente particolare, intimo, non volevo andare in ospedale. Ho un’idea diversa del parto, della nascita, sono convinta che non siano una malattia. Poi, purtroppo, mi si sono rotte le acque all’improvviso (la data presunta del parto era il 2 novembre, ndr.) e questo ha messo subito la clessidra sul parto in casa, per cui non ci sono riuscita. Sarà per la prossima volta. Comunque, siamo stati seguiti dalle ostetriche subito dopo il parto, mi hanno tolto i punti a casa, mi hanno mostrato come medicare il cordone ombelicale, mi hanno aiutato moltissimo. Non avevamo fatto nessun corso di preparazione al parto perché preparavamo l’album. E’ stato un aiuto fondamentale.


Prima ci hai raccontato che avevate ordinato anche una piscina per il parto in acqua...
Sì, avevo scelto di partorire in acqua dopo aver letto che è meno doloroso per la mamma e meno traumatico per il bambino. Abbiamo ordinato una piscina di plastica gonfiabile, sono venuti i tecnici a montarla. C’e’ stato anche qualche problema perché il compressore non funzionava… Ma, nonostante alla fine fosse tutto pronto, dopo tante ore di travaglio il parto non si apriva. A un certo punto, quando stavamo per andare in ospedale, dopo 41 ore di travaglio - ho urlato talmente forte che potrei a questo punto cantare in un gruppo hard-rock - Andrea è stato grande: mi ha detto “ma dopo tutta questa fatica per preparare la piscina, entra nell’acqua almeno un attimo!”. Non ne avevo molta voglia, in realtà, ma mi sono immersa, per circa venti minuti. Ero esausta, mi lamentavo con dei flebili ‘ahhhh, ahhhh’. Ma non succedeva niente…


Nonostante non sia riuscita nel suo progetto iniziale, Elisa è comunque molto soddisfatta di come sono andate le cose: la sua bimba è nata all’ospedale di Monfalcone, a pochissima distanza da casa.


La mia ostetrica lavora lì, quindi ha potuto assistermi senza problemi. E’ stato molto bello partorire in ospedale, per molti motivi. Mi hanno dato l’ossitocina, un aiuto chimico pesante, che però mi ha salvata dal cesareo. Il parto si è aperto in sala travaglio, per cui non ci siamo spostati. Nella stanza dove ho partorito non c’erano luci forti che mi avrebbero potuto disturbare. Penso che il travaglio vada fatto in casa propria. In realtà, la prima e la seconda fase del travaglio sono sopportabilissime, e in casa puoi muoverti liberamente, fare la doccia, guardare un film, mangiare, bere. Soprattutto se hai un travaglio lungo, hai tante comodità che non sempre puoi avere in ospedale”.
Confessa di aver temuto che la sua celebrità potesse crearle dei problemi:
“Temevo che essere famosa mi avrebbe fatto vivere quel momento in un clima di ansia e di paura. Volevo essere trattata come mamma, non come un personaggio dello spettacolo o come una popstar. Invece è stata un’esperienza positiva. Il personale del reparto maternità era stato istruito, erano tutti pronti a riceverci e ci hanno aiutato a mantenere una situazione intima, corretta. Non hanno chiesto neanche un autografo…”. “Li hanno chiesti tutti dopo!”, precisa Andrea sorridendo.
Insomma, alla fine si è svolto tutto nel migliore dei modi. Com’e’ andato il “dopo”?
“All’inizio è stato molto duro perché il travaglio era stato molto lungo e avevo molto sonno arretrato. Dopo quattro giorni senza dormire ero molto stanca, ma dovevo gestire la bimba, l’allattamento al seno… E’ stato un decollo con parecchio vento. Ma da lì le cose sono andate sempre meglio.


Qual è stato il ruolo di Andrea?
Aveva la mia totale fiducia. Abbiamo vissuto tutta la gravidanza, il parto e queste tre settimane in maniera molto condivisa, abbiamo fatto tutto insieme. Mi sono sentita molto supportata da lui. Ho letto che bisogna aiutare i papà a non sentirsi esclusi, ma un papà non è un cane né un bambino piccolo: è un essere umano, e lo devi trattare come lo trattavi prima. Se ti fidi davvero ti viene spontaneo condividere.


Come ti sei preparata al grande evento?
Ero molto impegnata, lavoravo 12 ore al giorno. Questo album doveva essere in italiano. Ma quando sono rimasta incinta, mi sono inabissata. Ho provato a scrivere in italiano, ma mentre a livello musicale il lavoro stava procedendo in modo fluido, sui testi mi sentivo in difficoltà. Ed ero anche isterica, perché non potevo fumare (e mi dice che ora, dopo 16 anni, ha smesso del tutto). Ma non volevo fare il compito in classe, ero terrorizzata dal rischio di fare cose glaciali, che poi non avrei riconosciuto. Siamo stati anche molto via da casa. Non avevo le mie amiche accanto per potermi confidare e condividere questa attesa. Comunque, durante la gravidanza ho avuto anche dei momenti, tutti miei, in cui mi soffermavo a pensare a questo evento. Ho smesso di lavorare solo dieci giorni prima del parto. Poi, è arrivato il 21 ottobre: avevo un’intervista alle sei di sera, ma alle quattro del mattino mi si sono rotte le acque…


Come ti immaginavi in questo nuovo ruolo?
Non me lo immaginavo, avevo tanta paura. Lo sentivo come una grande responsabilità. Ma al tempo stesso mi emozionavo tanto al pensiero di diventare mamma.


Emma ha finito di poppare, si è addormentata. Il Castello sta per essere inghiottito dalle morbide luci del tramonto, che lentamente si fondono con il mare. E’ ora di ripartire alla volta di Roma. Saluto Elisa con un abbraccio, ringraziandola per avermi regalato questi momenti di intimità e di aver condiviso un’esperienza unica. Ma, prima di lasciarla, mi soffermo un attimo a guardare Emma Cecile. E penso che nessun premio, nessuna vittoria a Sanremo, nessun disco d’oro o di platino, possa essere minimamente paragonabile alla gioia e all’emozione di diventare mamma.


Leggi anche l'intervista Ansa sul nuovo album Heart

10 commenti:

  1. Grazie Elisabetta, bellissima intervista: intima, sincera, emozionante... come del resto è lei, Elisa.

    Approfitto per dire che sono in attesa del terzo bimbo...!
    ciao

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  2. Grazie Rossella, e tantissimi auguri per la tua terza avventura!!!!!!!! Quando nascerà?
    A presto,
    Elisabetta

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  3. Nascerà a fine maggio! E, visto che abito a Bologna, sto valutando di partorire nela casa maternità del "Nido"...

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  4. Brava! Approfitta, visto che di Case maternità in Italia ce ne sono pochissime, purtroppo.
    Fammi sapere, mi raccomando!

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  5. Tanti auguri cara Elisa!

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  6. Ma che bello!!! davvero, ora glielo mando subito ne sarà felice! Grazie a te, per la tua sensibilità!!

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  7. E io ringrazio te per avermi dato l'opportunità di condividere quei momenti!
    Baci a presto
    :)
    E.

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  8. Non sapevo che Elisa fosse diventata mamma. Bella l'intervista e ora che so come ha voluto partorire mi piace ancora di più! :-)

    Brava Elisa e bell'intervista

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  9. bellissima intervista, mentre leggevo mi sono commossa.. chissà a che punto sarà la gravidanza della splendida Giorgia..

    Elisabetta

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  10. Cara omonima (!!) , Giorgia dovrebbe partorire tra uan decina di giorni! Ma non ti preoccupare, il blog ne dara' notizia subito!
    Grazie e a presto
    E.

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