5 ottobre 2009

La battaglia di Elle MacPherson per il parto in casa


Dopo Cindy Crawford, Demi Moore, Nelly Furtado, Stella Tennant e Pamela Anderson, anche Elle Macpherson si è convertita al parto in casa. In controtendenza rispetto a molte celebrities come Angelina Jolie, Britney Spears, Madonna e Victoria Beckham, che hanno optato per un più sbrigativo cesareo programmato, la 46enne top model, attrice e donna d'affari australiana, conosciuta come 'the body', ha dato alla luce nel 2003 il suo secondogenito in una vasca da parto, in casa, seguendo i ritmi naturali del suo bambino.

Un'esperienza per lei talmente positiva da spingerla a dare la sua solidarietà e il suo supporto alle centinaia di mamme australiane che hanno partecipato giorni fa a Canberra a una manifestazione contro il governo federale, che vuole di fatto rendere illegale il parto a domicilio.

Un mare di mamme, neonati, bambini e ostetriche, armati di striscioni, foto di bimbi nati in casa e tanti ombrelli, vista la pioggia incessante, hanno dato vita a una protesta davanti alla sede del Parlamento australiano per difendere il diritto delle donne di scegliere un'opzione che, ad esempio, in Olanda riguarda il 33% delle nascite.

Nel giugno scorso il governo laburista ha deciso di creare un albo nazionale delle ostetriche, per accedere al quale occorre sottoscrivere un'assicurazione. Il problema è che le compagnie assicurative non sottoscrivono più polizze in caso di parto a domicilio, e il governo non ha intenzione di intervenire finanziando l'indennità professionale per eventuali cause legate a questa modalità di parto. Ciò significa che entro il 2010 circa 300 ostetriche resterebbero fuori dall'albo e che, se continuassero ad assistere i parti in casa, rischierebbero fino a 30 mila dollari di multa.

Saputo della mobilitazione, Elle MacPherson ha voluto inviare un messaggio personale di appoggio alla protesta: "Ho fatto nascere mio figlio in acqua, in un ambiente caldo e protetto, assistita amorevolmente. Questo mi ha permesso di sentirmi emotivamente sicura e di dare alla luce il mio bambino dolcemente. Vorrei che le donne australiane avessero la possibilità di fare la mia esperienza. Mi sorprende sapere - ha aggiunto la top model - che meno del 5% delle donne australiane possono scegliere di immergersi nell'acqua calda per sentire meno dolore e per partorire". E ha concluso dicendo: "Invito con forza il sistema sanitario in Australia a offrire alle donne questa scelta".

Fonte: Ansa, 5 ottobre 2009

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