3 aprile 2009

Finalmente qualcosa si muove.... mozione bipartisan al Senato contro l'eccesso di cesarei

Un intervento che regolamenti il ricorso ai cesarei in Italia. "Alla luce dei recenti dati ufficiali sulle nascite con taglio cesareo in Italia, infatti, si evince che nel nostro Paese qualcosa non funziona". Lo sostengono alcuni senatori del Pdl, Pd, Lega Nord e Idv in una mozione bipartisan in cui si impegna il Governo a intervenire sull'eccesso di cesarei in Italia.
Mi fa piacere notare che i senatori abbiano usato l'espressione ''nel nostro Paese qualcosa non funziona" , da me usata da mesi nei miei interventi sui giornali, in tv e in radio durante la promozione di 'Partorire senza paura'.
I senatori chiedono al Governo di promuovere "un appropriato ricorso al parto con taglio cesareo" informando (era ora!!!) sulla fase pre-natale e sul parto. La cosa importante e' che la richiesta riguarda anche il controllo delle cause dell'elevato ricorso al cesareo. Tra l'altro nelle Regioni dove le percentuali sono piu' alte (e cioe' al Sud), si chiede al Governo di distribuire materiale alle donne incinte sui corsi preparto, sui vantaggi e svantaggi del cesareo (degli svantaggi non si parla mai, chissà perché...), sul tipo di intervento, sui rischi e i benefici e sulle implicazioni per le gravidanze future.
Speriamo che questa iniziativa dia qualche frutto, visto che come ho scritto in 'Partorire senza paura' , la percentuale di cesarei in Italia, pari al 38,3%, supera la media europea, quella degli Stati Uniti e in alcune regioni raggiunge il 60%, contro il 10-15% indicato come limite massimo dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

7 commenti:

  1. Ciao Elisabetta. Purtroppo è dieci anni almeno che esistono invano indirizzi ministeriali e regionali in tal senso. Fino a che non si introdurranno ( e non si intendono introdurre) verifiche, standard, obiettivi e sanzioni chiare e cogenti- tutto è destinato a restare purtroppo "caricato a chiacchiere". La "domanda" potenziale di cesareo è alta, "il mercato" malfunziona ma tira, i medici e le strutture compensano così paure, incompetenze e disfunzioni o complessità organizzative, il sistema in qualche modo tira a campare. Basterebbe d'altra parte una parola chiara dell'Ordine dei Medici per dare un segnale.Ma io credo ormai soprattutto alla coscienza e alla forza individuale di ciascuna donna.
    ciao, Barbara

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  2. Brava Barbara, hai colto il punto centrale della questione. Il tono direi quasi trionfalistico da me usato nel riportare nel post la notizia della mozione bipartisan sul cesareo, non deve trarre in inganno. In realta' sono assolutamente convinta, e tutto il contenuto del mio libro lo testimonia, della totale necessita' di una presa di coscienza e di un segnale di coraggio da parte delle donne rispetto a come viene gestita la nascita in Italia.
    Sono convinta che si possa legiferare quanto si vuole e si possano costruire i piu' meravigliosi e accoglienti reparti maternita' del mondo, ma in assenza di una richiesta vera e consapevole da parte delle future mamme, non cambiera' mai niente.
    Grazie del tuo contributo
    Un caro saluto

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  3. La frequenza del taglio cesareo è maggiore negli ospedali che hanno un limitato numero di parti per anno rispetto a quelli con maggior numero di parti/anno perciò il ricorso al taglio cesareo sale al diminuire del numero di parti effettuati.

    Lo dice la SIARED.
    Il link:
    http://www.aaroi.it/Pagine/documenti/doc_utili/doc_utili_2008/tra_taglio_cesareo_e_partoanalgesia.pdf

    Magari con questi dati alla mano e riducendo i centri nascita e casa maternità che spuntano come funghi... il numero di tc si abbasserà.
    Ovviamente garantendo l'epidurale a chi la chiede dato che secondo Maria Vicario un buon 10% di parti con bisturi è dovuta all'impossibilità di scegliere come partorire.

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  4. L'Aaroi e' l'associazione degli anestesisti rianimatori ospedalieri italiani. Quindi, e' ovvio che l'analisi e le conclusioni tratte dai dati raccolti, non possono essere obiettive, ma di parte. Nel senso che e' ovvio che un anestesista difenda l'epidurale! Faccio notare che esistono studi internazionali secondo i quali l'uso dell'epidurale puo' comportare diversi rischi per il neonato: in uno studio (E. Liberman, "Change in fetal position during lavor and their association with epidural analgesia", 'Obstetric & Gynecology, 2005), l'11% di bimbi nati con epidurale ha mostrato prolungati cambiamenti del battito cardiaco, con conseguente aumento della necessita' di intervenire con il forcipe, l'episiotomia e il CESAREO. Altre ricerche hanno evidenziato la possibilita' dell'insorgenza di depressione respiratoria e del rischio che nell'utero i bambini possano diventare 'letargici' e avere problemi ad assumere la posizione giusta per il parto. Nelle mamme invece possono esserci forti cali di pressione (con conseguente sofferenza fetale), oltre a difficolta' respiratorie, nausea, vomito, forti emicranie. Nel 2004 le ostetriche britanniche hanno lanciato un allarme: un aumento esponenziale del ricorso all'anestesia epidurale "sta mettendo a rischio la vita di madri e bambini", sottolineando che le donne alle quali e' somministrata l'epidurale devono essere costantemente tenute sotto controllo, cosa spesso non possibile a causa del ridotto numero di personale sanitario.
    Purtroppo c'e' una grande ignoranza sulle tecniche per alleviare il dolore SENZA INTERVENTI CHIMICI: hypnobirthing (con calo di epidurali del 70%), ipnosi, agopuntura, idropuntura, travaglio in acqua, sostegno e assistenza in travaglio delle ostetriche, maggiore attenzione alla privacy, creazione di un ambiente "amico" nel quale la partoriente si senta "protetta"....
    Mi sono andata a guardare il link della ricerca e leggo: ''L'indagine conferma come l'epidurale sia la metodica piu' frequentemente introdotta per l'umanizzazione del parto (42% dei punti nascita)....". Umanizzazione? In che senso? A me sinceramente sembra che piu' che di umanizzazione si tratti di un forzato controllo sul parto, un evento che IN TEORIA dovrebbe far parte della vita di ogni donna (siamo fatte per quello, anche...o no?), ma soprattutto di una concezione secondo la quale il corpo femminile non e' capace di svolgere il suo compito da solo. E che qualcun altro - ginecologi, anestesisti, macchine, computer, sostanze chimiche di vario tipo - che deve comunque intervenire, altrimenti la donna "non ce la fa". Comunque, sono convinta che fino a quando non saranno le donne a rendersi conto di quello che e' in gioco e di quanto stanno perdendo, facendoselo sottrarre senza fare un fiato (anzi, ringraziando), il parto sara' sempre di piu' terreno di interessi economici, di potere e di controllo.

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  5. Elisabetta certo che l'AAROI e il SIARED sono una spektre di anestesisti.... ma visto che il parto viene seguito dalle ostetriche. E che il parto in casa (costo medio 1400 euro...fino a 5000 con i vip del parto a domicilio alla Odent Schmid) è fatto sempre da ostetriche.... non è che per caso pure loro hanno i loro begli interessi a non volere l'epidurale?
    Nel 2007 erano in piazza contro la partoanalgesia nei LEA.

    Gli interessi cara Elisabbetta ci sono da entrambe le parti... basta leggere cos'è successo al Centro Margherita di Careggi per capire che anche dietro il parto naturale a tutti i costi c'è un giro di soldi inimmaginabile....

    L'unica cosa che le donne possono fare è difendere l'autodeterminazione e il diritto di scelta.

    Quanto alle fonti mediche sull'analgesia... persino la tachipirina può dare controindicazioni...

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  6. Sei forte Gekina73! Davvero!
    Sono d'accordo con te: il problema,come ho anche scritto alla fine del precedente post, e' l'autodeterminazione, che si raggiunge solo con l'informazione e con la consapevolezza!
    Chi e' piu' forte, riesce a veicolare meglio la propria posizione. Ognuno ha la sua, ma la classe medica e' sicuramente piu' forte della categoria delle ostetriche.
    E' chiaro che poi ci sono medici onesti e meno onesti, cosi' come ci sono ostetriche brave e sensibili e ostetriche che guardano ai loro interessi particolari. Con l'aggravante che, purtroppo, tra di loro si fanno spesso la guerra.... Poi non dimentichiamo che i media sono troppo spesso superficiali e anche loro, lo sappiamo, spesso non svolgono il proprio ruolo correttamente, difendendo interessi di vario tipo, case farmaceutiche comprese.... Insomma, alla fine a farne le spese sono le donne. Che secondo me dovrebbero svegliarsi dal torpore e farsi parte attiva in un ambito, quello della nascita, nel quale dovrebbero giocare un ruolo di protagoniste, non di oggetti passivi di un evento che sembra non riguardarle (quante storie di frustrazione, rabbia e depressione ho sentito per non aver "scelto" il proprio parto!).
    Ognuno deve fare il suo mestiere: i medici, i ginecologi, gli anestesisti, le ostetriche... e le future mamme!
    Un caro saluto
    Elisabetta

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  7. Guarda credo che il problema sia semplicemente malposto.
    Non credo nella corporazione degli anestesisti che ci guadagnano se l'epidurale è garantita a chi la chiede. Per il semplice fatto che già con il 40% di TC gli anestesisti sono già belli che soddisfatti.
    Con un cesareo c'è sempre bisogno di un anestesista. Quindi la situazione dovrebbe renderli già belli che ricchi.

    In realtà la disumanizzazione del parto viene da tutti i fronti, dal corpo medico e dalle ostetriche.
    Nel mio blog (e io stessa) ho racconti di donne lasciate travagliare in solitudine, ostetriche che negano l'epidurale, che sbeffeggiano, che sgridano.

    La sofferenza del parto per alcune ha un fine ALTO e chi si vuole sottrarre è moralmente COLPEVOLE.

    Non so se lo sai, ma esiste un organizzazione di medici e ostetriche chiamata ANDRIA. Hanno un'idea ben precisa di come debba essere un parto. E la impongono. Anche a fronte di un travaglio lungo e doloroso.

    Conosco personalmente casi di donne che ora sono davanti a un giudice a chiedere giustizia per un TC stupidamente ritardato e/o negato. La conclusione? Disabilità grave del figlio.

    Di queste cose non si parla mai. La stampa non ne parla se non come parentesi di cronaca. Ma dietro c'è un aspetto che è gravissimo se applicato alla salute dei cittadini. L'aspetto ideologico.

    Mi permetto di segnalarti la testimonianza di Effe nel mio blog.
    http://epidurale.blogspot.com/2009/01/il-burlo-garofalo-di-trieste-commenti.html
    Conosco la ragazza, ormai siamo amiche. Il suo non è un caso isolato. Il caso non è frutto della "medicalizzazione" ma della ideologicizzazione del parto.
    Vedere soffrire una donna durante il parto è considerato normale. Sul suo corpo si può fare di tutto. Poco importa se sei a casa o in ospedale.
    Conosco testimonianze di donne che volevano far nascere il figlio a casa. Durante il travaglio hanno cambiato idea. L'ostetrica non voleva trasportarle all'ospedale... è dovuto intervenire il compagno.

    Insomma il parto è diverso per tutte. Alcune hanno la sfortuna di viverlo veramente male. Ma non è per COLPA loro. Semplicemente la fisiologia è una lotteria. Ricordiamoci che una volta di parto si moriva (ancor oggi purtroppo ma con numeri ben inferiori, e questo anche grazie all'ospedalizzazione) e che gli antichi greci garantivano degna sepoltura solo ai soldati caduti in battaglia e alle donne morte di parto. E noi sapiamo quanto misogeni fossero i greci :)

    Una cosa che poi proprio non mi spiego. Il bombardamento ormonale per la procreazione medicalmente assistita - quello si pericoloso e potenzialmente dannoso - nessuno lo contesta (e a ragione, vale il principio del consenso informato). Non solo. Per motivi etici la legge 40 impone l'impianto di tutti e tre gli embrioni senza indagine prenatale. Esponendo la donna a duplice rischio: gravidanza plurigemellare e probabile aborto volontario nel caso di feti gravemente malformati. Tutto questo non solo va benissimo ma va strenuamente difeso.

    Per l'epidurale si tirano fuori controindicazioni che ci sono certo, ma che sono poca cosa rispetto ai rischi che si corrono con questa legge 40.
    http://news.paginemediche.it/it/230/ultime-notizie/anestesiologia-e-rianimazione/detail_101690_sopravvalutati-i-rischi-dellepidurale.aspx?c1=4

    Ma sarò ancora più dura. Nessuno dice quali sono i rischi che una donna e suo figlio possono correre durante un travaglio con parto distocico, magari in una struttura di priimo o secondo livello.

    Io l'ho scoperto solo dopo il mio parto... il nenatologo rianimatore è un optional. Dopo le 20 copre il turno da casa. Eppure casi di neonati che decidono di non respirare non sono poi così rari. E ogni secondo senza ossigeno per un cucciolo di quelle dimensioni è una funzione compromessa. La vista, l'udito...
    http://www.diegobottacin.it/public/allegati/LINK4_TESTO4VILLASALUS.pdf

    Per me la battaglia va fatta sul fronte dell'umanizzazione dei reparti maternità. Con l'epidurale, la palla, la liana, la musica, le luci basse, il neonatologo, la TIN, il reparto emotrasfusionale. Tutto per il rispetto e la sicurezza della mamma e di suo figlio.

    Ma alle donne questo pare non interessare. E spesso, ahimè, sono assolutamente contrarie parlando di rischio medicalizzazione e potere patriarcale. Come se la medicina e i medici fossero solo uomini.... nel 2009....

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