15 marzo 2009

Cellule staminali: il futuro della ricerca



Un nuovo traguardo raggiunto dall'Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto: è stato effettuato il primo prelievo di sangue funicolare, contenente cellule staminali, dal cordone ombelicale di un bambino appena nato. Le cellule staminali sono cellule primitive dotate della singolare capacità di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo. Molti ricercatori sostengono che esse potranno potenzialmente rivoluzionare la medicina, permettendo ai medici di riparare specifici tessuti o di riprodurre organi.

"Questo tipo di intervento - spiega la dott.ssa Lupi, direttrice dell'unità pediatrica di medicina trasfusionale - veniva già fatto in passato ma in maniera privata. Le famiglie chiedevano che venissero prelevate le cellule staminali pagando l'ente privato. Ora è possibile farlo gratuitamente seguendo, però, un iter di verifica molto rigido".

In Italia esistono 18 banche del sangue, ma non ben distribuite nelle regioni. Secondo i dati forniti dall'ADISCO (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale), sono 23.000 i cordoni ombelicali consegnati fino ad oggi, e i dati confermano che il 20% delle cellule staminali è reperita tramite cordone ombelicale, mentre il restante 80% mediante midollo spinale.

Il prelievo del cordone è un intervento molto meno invasivo, garantisce più sicurezza nel prelievo ed è meno a rischio di malattie. Inoltre, in un intervento di urgenza, la reperibilità di cellule staminali di cordone ombelicale è immediata grazie alle Banche dati, quella di midollo no.

La conservazione per uso "personale", o più precisamente per uso intrafamiliare (donazione dedicata), è consentita solo nel caso in cui, al momento del parto, siano presenti nel neonato, nella parentela o nei genitori del neonato stesso, delle patologie che abbiano l'indicazione del trapianto con cellule staminali da sangue placentare. Un esempio: se un figlio nasce con una patologia e la madre dopo qualche anno da alla luce un altro bambino che al contrario è sano, la madre può effettuare questo tipo di richiesta per salvare il bambino più grande, o viceversa, alla nascita del primo figlio, nell'eventualità che in famiglia ci siano patologie genetiche, può preservare le cellule staminali se il bambino è completamente sano.

Fonte: ilQuotidiano.it, 13 marzo 2009

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