14 gennaio 2009

Evitare il travaglio scelta di libertà o fuga dalla responsabilità?

A proposito di un articolo del Corriere della Sera di oggi titolato "Evitare il travaglio scelta di liberta'", in cui si citano tutte le "star" e le "vip" che hanno fatto il cesareo: il fatto che Rachida Dati, Madonna o Angelina Jolie abbiano scelto di fare il cesareo, non significa che le donne debbano seguire il loro esempio. Credo che le donne siano piu' intelligenti di quanto si pensi e siano capaci di intendere... e di volere.
Mi stupisco che uno dei maggiori quotidiani italiani abbia messo cosi' in evidenza una tendenza, una moda, che riguarda personaggi a noi molto lontani, senza peraltro dare voce a chi invece non la pensa cosi' e ha un approccio un po' piu' complesso, responsabile (e informato) sul tema della nascita.
E' la stampa... bellezza! (purtroppo).

(clicca sul titolo del post per leggere l'articolo integrale)

4 commenti:

  1. Sarebbe meglio dire, è la stampa monnezza....
    comunque se i modelli "pesano" devo dire che uno dei temi più difficili da dibattere è il discorso dell'epidurale. Il problema è che in un contesto disumano di parto l'epidurale è un ripiego considerato utile, il minore dei mali, ed è difficile parlare di contesto umano in una grande città ad esempio come roma.
    un altro aspetto che mi lascia molto perplesso è il silenzio dell'ordine dei medici di fronte alla disinvolta etica medica alla base di queste questioni... mah, saranno troppo impegnati

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  2. Sono d'accordo: uno dei nodi fondamentali è che nelle strutture, pubbliche o private, vengono ancora totalmente ignorate le alternative all'epidurale, che pure esistono e sono usate con successo in alcuni paesi europei (uso dell'acqua, privacy, sostegno femminile tipo doula, hypnobirthing, ipnosi, agopuntura). Quindi, se a una donna viene chiesto: vuoi soffrire e travagliare con dolore, sola nel tuo letto mentre gli operatori non vedono l'ora che tu partorisca e smetta di urlare, o vuoi l'epidurale, e' chiaro che la seconda e' l'unica opzione possibile.
    Per quanto riguarda l'ordine dei medici, ho avuto modo di constatare quanto la loro visione del parto sia influenzata da interessi personali, legali, economici, e da una mancanza di volonta' nell'informarsi sulle nuove tecniche di parto e di gestione del dolore. E cosi' la medicina "difensiva" e i cesarei stanno aumentando in maniera esponenziale.
    In questo quadro, preoccupante, si inseriscono i media, spesso pigri e asserviti al potere della classe medica. Io sono una giornalista, e ho quasi 20 anni di carriera alle spalle, so di cosa parlo! Non solo: secondo recenti statistiche (che tra l'altro cito nel mio libro) quando le ostetriche assistono ai parti, diminuiscono i cesarei, ventose, epidurali, episiotomie, interventi chimici e chirurgici. Ma in sala parto hanno un ruolo secondario. E, purtroppo, spesso si fanno la guerra tra loro.
    Insomma, la questione e' molto complicata, ma non bisogna desistere, ma continuare a diffondere piu' informazioni possibili. Perche' solo quando le donne saranno informate e consapevoli, nessun altro scegliera' al posto loro.
    Un caro saluto
    Elisabetta

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  3. Cara Elisabetta, abbiamo curiosato un po' nelle tue incursioni "mediatiche", e ci fa piacere che abbia messo un po' del tuo mestiere al servizio di una "mission ( quasi ) impossible" come questa. Noi siamo una coppia con tre figli partoriti attivamente e naturalmente.
    ci interessiamo da anni a questo tema e anche noi abbiamo deciso da un po' di tempo di dedicare un po' del nostro di mestiere ( progettiamo interventi socio-culturali) in questa direzione. Sarebbe bello poter trovare occasioni comuni di attività. a quale email possiamo scriverti?
    G&B

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  4. Cari G&B (carina la sigla!), potete scrivermi a emalvagna@gmail.com.
    A presto!

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