28 gennaio 2009

Beatrice, prima nata in casa dopo 30 anni

Beatrice Mazzocca è la prima nata, in casa, a Spoltore dopo trent'anni. Il 23 gennaio 2009 alle ore 3.30 la piccola Beatrice, che pesa ben 3 kili e 770 grammi, è venuta alla luce con un parto naturale, in acqua e a casa, dopo un' attenta preparazione e organizzazione dei genitori e delle ostetriche che l’hanno assistita, Stefania Manara di Termoli e Giglio Antonietta di Napoli.
I genitori di Beatrice, Paola Mariani e Stefano Mazzocca, affermano di aver vissuto una esperienza bellissima; Paola, continua dicendo che “ogni mamma dovrebbe poter vivere positivamente l’esperienza del parto, in modo naturale” .
Il Sindaco, dopo aver fatto gli auguri ai genitori, ha posato per la fotografia di rito cingendo fra le braccia Beatrice e invitando i concittadini a valutare la bella ed importante opportunità di partorire a casa propria, perché si possa tornare alle orgogliose tradizioni di “nato a Spoltore” dando quella valenza singolare di appartenenza.

Fonte: abruzzoliberale.it, 28 gennaio 2009

5 commenti:

  1. Come è piccolo il mondo!!!!La mamma dell'articolo, Paola Mariani, è la responsabile del Melograno di Pescara, storica associazione che lavora per la consapevolezza dei genitori nel mondo della nascita. Ho ricevuto un sms di Paola che mi annunciava la nascita della loro terza figlia Beatrice e la loro felicità. Ho conosciuto Paola durante un convegno a Camerino ed era molto dispiaciuta che nella zona di Pescara non vi fosse una sola ostetrica disposta a seguire le gravidanze delle donne del Melograno e fare assistenza nelle nascite domiciliari. Lei stessa per gravidanza e parto ha dovuto cercare ostetriche fuori regione.
    Considerando che la carenza delle ostetriche si associa a situazioni assistenziali ospedaliere terribili abbiamo donne con vissuti dolorosamente pesanti. Bravi tutti della famiglia Mazzocca per la scelta.
    Paola Olivieri

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  2. Auguri a questa nuona vita,ben venuta al mondo piccola Beatrice!!
    Spero che questa nascita avvenuta nelle mura domestiche nel modo piu'naturale possibile,sia da esempio per tutte le donne abruzzesi,e che questa nascita sia la ri-nascita del parto in casa qui in Abruzzo.

    Vorrei chiarire un punto pero':
    lei in questo messaggio scrive che,quando ha conosciuto la signora Paola proprietaria del Melograno di Pescara,era molto dispiaciuta perche'nella zona di pescara non vi fosse una sola ostetrica disposta a seguire le gravidanze del melograno.
    Beh! Mi sembra strano,visto che io esendo una giovane ostetrica di Chieti,con tanta voglia di fare,ho inviato piu'di un curriculum vitae e contattato la signora Paola per una eventuale collaborazione al centro,ma mi è stato risposto che,per lavorare al centro avrei avuto bisogno di ulteriori attestati,il "solo"titolo di oastetrica non bastava.
    Allora mi chiedo,è vero che non ci sono ostetriche in Abruzzo o non si considerano quelle che ci sono e che vogliono lavorare??!!!!
    Ecuba Romano

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  3. Gentile Ecuba, sono anche io una ostetrica ma di quelle "in via di estinzione" come mi definisco da quando nel 2003 mi sono licenziata per la scelta della libera professione ( siamo veramente poche in Italia). Dopo 12 anni di lavoro in vari ospedali ho dovuto "rieducare" il mio approccio ostetrico e parlare un nuovo linguaggio anzi, iniziare a stare in silenzio per meglio ascoltare le donne in situazioni che non avevo mai discusso a scuola: in gravidanza, nel parto non ospedaliero e nel puerperio, periodo totalmente ignorato dagli operatori sanitari che ruotano intorno alla nascita. Le dico ciò perchè la risposta del Melograno mi sembra molto corretta considerando indispensabile una certa esperienza allargata rispetto alla laurea e che non vi è personale ostetrico all'interno della associazione che potrebbe seguirla in questo cambiamento. Questo vale soprattutto per le ostetriche italiane che durante gli studi non vengono coinvolte in tutto il percorso maternità.
    Un grande in bocca al lupo per il futuro. Paola Olivieri

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  4. Gentilissima Ostetrica Paola,ho capito perfettamente il suo discorso,infatti dopo aver conseguito il titolo di ostetrica,da sola ho intrapreso un percorso di naturalita',cosi'come lo chiamo io,di gravidanza,parto,puerperio ecc..,ma con altri mezzi,perche'non lavorando,per il momento non posso permettermi questi corsi.
    Quello che voglio dire io è che,a mio parere, alle donne,in questo caso Abruzzesi,si le possiamo dire che non è giusto x esempio partorire in posizione litotomica,non è giusto sopportare tot.ore di monitoraggio,non è giusto che subiscano un clistere,tricotomia,episio ecc ecc,cose che lei sa benissimo...poi,quando si trovano davanti alla realta'degli ospedali Abruzzesi che fanno?
    Perche'la naturalita'è partorire come la donne vuole,questo è verissimo,ma la donna in travaglio si mette a strillare x partorire come vuole visto che qui la realta'è diversa...Quindi si bisogna informare la donna,ma informarla anche come sara'la situazione qui nei nostri ospedali.

    Con affetto e stima che ho x lei,la saluto.
    Ecuba Romano

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  5. Ringraziandola per l'affetto e la stima le dico che comprendo molto bene la situazione abruzzese visto che provengo da San Benedetto del Tronto che per anni ( ho studiato da infermiera in quell'ospedale) ha goduto di una fama terrificante rispetto alle pratiche ostetriche, negli anni ha saputo rinnovarsi e motivarsi grazie al lavoro sodo delle ostetriche e ora ha un invidiabile tasso di cesarei e tassi bassissimi di pratiche ostetriche routinarie. Ha ragione le donne vanno informate su quello che accade negli ospedali, ma vanno accompagnate verso la consapevolezza delle scelte e non verso il terrore di ciò che troveranno.
    Comunque possiamo continuare la conversazione in privato e potrei fornirle alcuni contatti nella sua zona. Il mio indirizzo è paolaolivieri.ost@fastwebnet.it

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